abbiamo trasformato un' escursione in Pechino Express!
“POSTI ILLIMITATI, ESPERIENZA UNICA E STRADA APERTA”: così recitava il sito ufficiale della Val Masino, ed io, fiduciosa come un'escursionista della domenica davanti al cartello 'SENTIERO FACILE' ,ci ho creduto !
Zaino in spalla, scarponi ai piedi e destinazione PREDAROSSA, la piana a 1900 metri che tutti descrivono come un piccolo paradiso alpino.
Un luogo perfetto per chi ama la montagna incontaminata, lontano dalle mete inflazionate e — almeno sulla carta — facilissimo da raggiungere: “basta un pass giornaliero da 12 €” ..... dicevano.
Perfetto, no?
Peccato che il “basta un pass” nascondesse diverse insidie...
☕ MATTINA SLOW, DESTINO IN AGGUATO
Colazione con calma, zero levatacce, partenza rilassata da escursionisti specializzati in corsie del Decathlon.
Arriviamo in zona Filorera belli freschi, pronti a conquistare Predarossa con la stessa energia con cui si affronta un brunch domenicale.
Da Travel Designer organizzata, sfodero la mia lista strategica dei punti vendita per il pass.
Il primo? Chiuso.
Il secondo? Sparito.
Il terzo? Già superato di 17 km.
Ottimo inizio.
Finalmente, al quarto tentativo, vedo la scritta “PASS” su una lavagnetta: CI SIAMO !
Entro con un sorriso a 32 denti, convinta che da lì a pochi minuti saremmo saliti in auto verso la gloria alpina.
Una signora mi guarda e dice:
— “Predarossa?”
— “Sì, sì, sì!”
— “Eh… spiace (con l’aria di chi, in realtà, non era affatto dispiaciuta — perché un'escursionista che si presenta alle undici del mattino non è un'escursionista, e per la legge non scritta della montagna non merita alcun rispetto) ma i pass sono terminati. E hanno detto da lassù (non ho mai capito se intendesse la montagna o il Padreterno) di fermare le vendite perché c’è troppa gente ”
😳 “ILLIMITATI”, DICEVANO…
E lì ho capito quanto fosse “elastica” la definizione di illimitato in Val Masino.
Perché, a conti fatti, dove le metti persone illimitate in una valle con un parcheggio da 50 posti?
Chiedo quanto ci voglia a piedi.
Risposta, con tipico aplomb valtellinese “eh, alméen un dì inter” e ci mancava che aggiungesse a “cavallo e se non vieni rapito dai predoni o sbranato dai lupi ”
Ok. Panico.
🚶 MISSIONE PREDAROSSA (SENZA PASS)
Google Maps conferma la tragedia: 8 km di salita, +800 m di dislivello, circa 3 ore a piedi.
Ma ormai eravamo lì.
Ci incamminiamo, muniti di racchette e zaini, pronti a trasformare la nostra gita in un pellegrinaggio di redenzione.
Le auto con il pass recuperato probabilmente al mercato nero ci sfrecciano accanto come un film al rallenty.
Dentro, coppie sole o SUV da otto posti con un solo passeggero: l’ottimizzazione ambientale era evidentemente un concetto opzionale.
A quel punto, per scherzo, mettiamo fuori il dito 👍.
Sì, proprio come in PECHINO EXPRESS.
“E se ci dessero un passaggio?”
Ed eccoci lì, supplicanti, con le mani giunte, a gridare in perfetto stile reality: “It’s a race! Please, please, please!” (ok, forse la cosa ci è un po’ sfuggita di mano 😅)
🚗 GLI ANGELI DELLA VAL MASINO
Passa una Tesla → ci squadra dall’alto in basso. Forse siamo vestiti male ?
Passa un SUV enorme → “no no no” con il ditino.
Passa una Smart → vabbè, sei perdonato.
E poi… arrivano loro.
Due ragazzi di Sondrio, con il loro cagnolino e una normalissima citycar a due porte.
Ci fanno spazio come in una partita di Tetris: zaini, racchette, ginocchia incastrate e tanto spirito di adattamento ( io piccola e con tanta voglia di crescere ,ma i miei compagni di viaggio 2 pertiche di 1,80 mt difficili da ripiegare come uno StarTac)
E via!
Verso Predarossa, salvati da un atto di pura gentilezza valtellinese.
💚 MORALE DELLA FAVOLA
La salita, inutile girarci intorno, era tosta davvero : lunga, ripida, interminabile.
Con la certezza che, se fosse dipeso da quelli della Tesla o del SUV, a quest’ora saremmo ancora lì, fermi al terzo tornante a valutare seriamente l’idea di rifarci una vita in Val Masino.
Invece no.
Tra una curva e una risata, ci siamo ritrovati catapultati dentro un Pechino Express valtellinese , tra imprevisti, autostop e incontri che ti fanno credere ancora nelle persone gentili.
E il ritorno?
Beh… una volta che ci prendi gusto, l’autostop diventa una filosofia di viaggio: un altro passaggio, un’altra chiacchiera, un’altra risata — e la sensazione che, alla fine la vera meta è quella leggerezza scapestrata che ti fa dire:
“NE E' VALSA LA PENA ”.
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